Meteorismo, stipsi e diarrea, fastidi che procurano vergogna, disagio e fughe all’improvviso, rientrano nei sintomi della sindrome del colon irritabile o IBS.
Comunemente la chiamiamo “pancia”, ma in realtà l’intestino è l’ultima parte del sistema digestivo. Tutto il processo di assimilazione che inizia dalla bocca con la masticazione, termina il suo processo in ciò che viene anche definito il secondo cervello.
FISIOLOGIA
L’intestino è distinto in due parti:
- Intestino Tenue costituito da duodeno, digiuno e ileo, assicura una continuità digestiva di ciò che arriva dallo stomaco. Qui vi è l’assorbimento nutrizionale del cibo che introduciamo, attraverso le invaginazioni dei villi intestinali. Successivamente attraverso la valvola ileo cecale, il prodotto creato in questa porzione di intestino passa nel Colon o Intestino Crasso.
- L’Intestino Crasso formato da colon ascendente, trasverso, discendente, sigma, retto e ano permette la fuoriuscita delle feci. In questa sezione vi è il riassorbimento dell’acqua e dei Sali minerali al fine di facilitare la compattazione di elementi di scarto che porteranno la formazione delle feci. Quindi prima assorbiamo i valori nutrizionali del cibo che introduciamo e poi scartiamo ciò che non serve.
Tutto l’intestino è rivestito da una muscolatura liscia, involontaria, collegata da una nervatura strettamente connessa ad una componente emozionale propria del sistema nervoso autonomo del simpatico e del parasimpatico. Per questo motivo il nostro intestino subisce delle alterazioni funzionali a seconda di come stiamo nella “testa”. Per ristabilire il funzionamento dell’intestino è importante comprendere tutti gli aspetti: la parte fisiologica e la parte emotiva.
L’INTESTINO COME SECONDO CERVELLO
Il rivestimento dell’intestino come quello del cuore (terzo cervello) è fatto anche da cellule neuronali collegate strettamente con il cervello. Ogni qual volta che viviamo delle esperienze, siano esse belle o meno belle, l’intestino in risposta agli stimoli che riceve dal cervello, si spreme come una spugna secernendo degli ormoni tra cui la serotonina. Questi ormoni messi in circolo nel sangue andranno a bersagliare l’organo competente aiutandolo nell’esplicazione della sua funzione.
Cosa accade quando viviamo un’esperienza dolorosa?
In una situazione bella o brutta che sia, il cervello riceve un messaggio di piacere o di paura e comunica al cuore di accelerare o di rallentare il battito. Al tempo stesso il sistema nervoso autonomo, informa i vari apparati e dice all’intestino di secernere più o meno serotonina.
Più la situazione vissuta è sofferente, più l’intestino per compensare il dolore produce serotonina. Questa premitura dell’intestino però non passa indenne nelle altre parti del corpo perché all’arrivo dello stimolo doloroso, il diaframma, muscolo comandato a regolare l’ampiezza del respiro, si contrae eccessivamente; lo stomaco iper produce acido cloridrico (se cronicizzato può portare a patologie come la gastrite e l’ulcera, ecc.) e più in generale si contrae tutta la muscolatura dell’addome dando origine alla così detta SINDROME DEL COLON IRRITABILE o IBS.
VEDIAMO 3 SQUILIBRI DA IBS
METEORISMO: Questo squilibrio riguarda in modo particolare il primo tratto dell’intestino e si manifesta con una “pancia gonfia come un pallone”. Un sintomo molto fastidioso la cui comunicazione ai medici procura molta vergogna.
CAUSE: L’aria che si è creata nell’intestino può avere la sua origine in un’alterazione della flora batterica (problema disbiotico), in seguito a stress, assunzioni di farmaci, da una cattiva alimentazione o da un trattenimento di un ventaglio emozionale ormai divenuto tossico.
Emozioni: eccessiva ansia e tensione. Trattenimento generale di emozioni quali rabbia, eccessivi pensieri, paura e rimpianto
Rimedi erboristici
Finocchio, Anice e Cumino: 3 piante anticoliche e antifermentative. Queste piante hanno un’azione carminativa, ossia riducono l’assorbimento dell’aria presente nell’intestino. Possono essere utilizzate insieme sottoforma di infuso da bere oppure in estratto secco, ossia in compresse, da assumere dopo i pasti per minimizzare l’effetto fermentativo.
STIPSI un disturbo molto al femminile e interessa tutto il tratto intestinale. La parola chiave per migliorare questo problema è idratazione. Bisogna portare acqua, quindi bere molto e se non basta bisogna aggiungere le fibre. Mentre l’acqua idrata, la fibra che troviamo nelle verdure, ci permette di far scivolare le feci lungo tutto il percorso del colon ascendente, trasverso e discendente.
Emozioni: nascondiamo rabbia e tristezza che dovremmo, invece, vivere per liberarcene. Sentiremo così meno pressione nel triangolo testa-spalle.
Rimedi erboristici
Usate piante mucillaginose che richiamano acqua nel lume intestinale al fine di promuovere un movimento quasi fisiologico dell’intestino, come Psillio, Malva e Semi di lino.
BOX
Attenzioni alle piante lassative come la Senna, il Rabarbaro e la Frangula che producono un movimento intestinale irritante e doloroso che si alleggerisce con lo svuotamento addominale caratterizzando la così detta diarrea. Queste piante non risolvono il problema, ma anzi se ne diventa dipendenti.
DIARREA
Se nella stipsi c’è una pigrizia e una stasi nel movimento intestinale, qui vi è l’opposto. Una sua esagerata peristalsi di tipo adrenergico sulla muscolatura liscia non permette il riassorbimento dell’acqua del prodotto fecale lasciandolo piuttosto liquido. In questo caso andiamo incontro all’attacco di dissenteria.
Emozioni: lasciamo andare troppo facilmente anche ciò che ci nutre bene non solo in termini materiali ma anche con aspetti ideologici ed emotivi. Quando siamo sotto una forte pressione di tipo ansiogeno e rispondiamo con un attacco di diarrea, in realtà ci stiamo preparando ad una fuga da quel momento. Nella nostra profondità abbiamo una grande paura, vorremmo scappare, ma non possiamo.
Rimedi erboristici
Melissa e Camomilla, piante miorilassanti.
La Camomilla, così come la Melissa, è una pianta ad azione spasmolitica del muscolo liscio, indicato per il dolore mestruale e per gli spasmi intestinali. Insieme alla melissa calmano l’agitazione intestinale aiutando anche il miglioramento della flora batterica.
La medicina farmaceutica e quella alternativa ci viene in aiuto, ma delle volte non basta. Bisogna cambiare l’approccio e avere quello di una medicina integrata che vede la persona nel suo complesso, in aspetti quali lo stile di vita, l’alimentazione, la valutazione del microbiota ed infine nell’aspetto emozionale. Non basta dire difronte ad un sintomo che la causa è lo stress: bisogna ascoltare cosa il nostro corpo vuole segnalare con un disturbo, capire ciò di cui ha bisogno non solo nella parte materica ma anche emozionale.
Alla base della sindrome da colon irritabile vi è un’insicurezza profonda. La spiccata alternanza del suo comportamento equivale ad un’altalena di atteggiamento mentale e psichico: apertura e chiusura, dare e trattenere, esprimere e aspettare, affermarsi e tirarsi indietro, agire e non agire, legittimare i propri bisogni e negarli, arrabbiarsi e nascondere la rabbia. Questa alternanza dà proprio l’idea dell’incertezza sull’apparire così come si è oppure nel nascondersi. Non mostrarsi per la paura di non essere accettati. Un problema quindi che sfocia nell’autostima e che risponde anche a domande come “chi sono?”, “cosa voglio davvero?”, “posso davvero esprimere i miei bisogni?”.
La sindrome da colon irritabile spesso inizia perché sono arrabbiato con me stesso; per la mia incapacità di trovare una stabilità e una costanza nella mia vita.
Tutto il sistema digestivo si basa sul riconoscimento dei bisogni. Se non sono in grado di capire quali sono, mi nutrirò di tutto ciò che mi passa davanti, rischiando di andare incontro a sovraccarichi che inevitabilmente si ripercuoteranno nell’intestino. Iniziare a dire “si” e “no” a situazioni e relazioni aiuterà l’intestino ad essere più in forma.
CONSIGLI UTILI
EVITA :
- di mangiare in fretta e la sera tardi
- di mangiare se sei nervosa
- di parlare di lavoro a tavola, soprattutto se il contenuto è ricco di ansia e rabbia
- di mangiare se sei triste
- di lavorare immediatamente dopo il pasto. Una piccola” siesta” aiuta il corpo a riprendere le energie
- di saltare i pasti
- di digiunare se non sei seguita da un esperto